Da costaviolanews.it: Presentato il libro “Nazario Sauro. Storia di un marinaio”: lezione di storia interessante e fuori dai soliti schemi

Da costaviolanews.it: SAURO 100 Un viaggio nella storia all’insegna del patriottismo
Scilla, 26 luglio 2017.
28 Luglio 2017 – Serena Bergamin

Una lezione di storia interessante e fuori dai soliti schemi è stata la degna conclusione dell’avventura villese di “Sauro 100”, il percorso-tributo alla memoria di Nazario Sauro, eroe della Marina nella Prima Guerra Mondiale; il maestro di tutto rispetto per questo tuffo nel passato è stato proprio colui che “Sauro 100” lo ha progettato e che lo sta realizzando: Romano Sauro, nipote di Nazario, Ammiraglio alla guida della Galiola III, che terminerà il suo viaggio a Trieste nel 2018.

Prima di cominciare la sua lezione, Romano Sauro fa una promessa: tornerà per un incontro con tutte le scuole di Villa San Giovanni, e a suggello di un impegno tanto importante non solo riceve dall’ANMI una targa ufficiale, ma offre dei doni alla sindaca Richichi – presente all’evento assieme all’assessore alla Cultura e all’Istruzione Francesca Loria. Dopo le dovute cerimonie, per Romano Sauro è tempo di cominciare il racconto, il racconto di suo nonno, un uomo di cui parla con rispetto e ammirazione che rasenta a tratti la commozione. «Tutte le cose belle finiscono» è il suo esordio «ma forse è proprio per questo che sono belle. In questi dieci mesi ho girato molti porti e molti altri ancora ne visiterò. Lo faccio per raccontare la storia di Nazario, mio nonno, una storia di valori come la libertà, la giustizia, l’amore per la propria patria, l’Italia».

Ma Nazario Sauro, dice subito dopo, non era nato in Italia, ma in Istria, il 20 settembre 1880, in un territorio quindi che all’epoca si trovava sotto il controllo dell’impero austro-ungarico. Da qui parte la sua vita; è una storia d’altri tempi, tempi duri in cui la minaccia del grande conflitto mondiale era nell’aria, tempi in cui ancora soffiava nel cuore degli italiani (e degli istriani come Nazario) il ricordo della sospirata conquista dell’indipendenza. Nazario scappa a 14 anni dall’Istria proprio per raggiungere l’Italia, Venezia, e a soli 21 anni è comandante della Marina. Le sue imprese da quando l’Italia entra in guerra sono numerose e ognuna è ricordata da Romano Sauro con qualche aneddoto che la rende unica e irripetibile. La prima missione del 24 maggio 1915, col bombardamento di Monfalcone; il 15 gennaio 1916, il recupero del Piroscafo austriaco TIMAV che sarà poi ribattezzato Capitano Sauro; il 29 maggio 1916 e il forzamento del porto di Trieste; la beffa di Parenzo del 12 giugno e il forzamento del porto di Fiume, il 4 luglio del medesimo anno.  L’ultima missione, quella che porterà alla cattura di Nazario Sauro, è di qualche giorno più tardi, il 30 luglio. Preso prigioniero dagli austriaci, Sauro, che per l’impero risulta un traditore, incontra per l’ultima volta sua madre, la quale nel disperato tentativo di salvargli la vita finge di non riconoscerlo. Commovente il ricordo che la donna avrà di quel momento, affidato alle pagine del suo diario poco prima di morire di crepacuore, non troppo dopo quell’episodio.

Nazario Sauro verrà giustiziato per impiccagione il 10 agosto 1916 e le sue ultime parole saranno: “Viva l’Italia, viva la Libertà!”. «Un uomo straordinario» ha concluso Romano Sauro, «che mi ha insegnato attraverso suo figlio, mio padre, i valori in cui credo; un uomo che si è sacrificato per l’Italia, la sua patria» quella ‘patria’ che, come scrive nella lettera ai figli, “è il plurale di ‘padre’”. Un patriottismo sano, giusto, di cui gli italiani sono stati a lungo privati, per colpa di una politica sbagliata.  «Ma i valori della patria» afferma Romano Sauro «prescindono dal colore politico» e questo lo credeva fermamente anche Nazario, il quale nella lettera alla moglie si firma “prima italiano, poi padre e poi uomo”.

Da costaviolanews.it: SAURO 100 Un viaggio nella storia all’insegna del patriottismo
Scilla, 26 luglio 2017.

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