TERMOLI. Vico (o via) Nazario Sauro si trova all’interno della cosiddetta città murattiana, quella che prende spazio dalla Madonnina in poi, subito dopo, anzi. Lambisce la ferrovia. Ma chi era questo personaggio a cui è intitolata la strada termolese?
A raccontarci le gesta dell’eroico patriota Nazario Sauro è stato il nipote Romano.
Dopo essere partito da Vieste, l’Ammiraglio Romano Sauro nipote diretto dell’eroico patriota Nazario Sauro: eroe romantico di stampo byroniano, indomito irredentista, audace marinaio, ultimo risorgimentale, spirito indipendente, libero e ribelle. Il nipote Romano, ammiraglio della Marina Italiana, rievoca in “Nazario Sauro. Storia di un marinaio” le gesta dell’avo che un tempo si studiavano in tutte le scuole ma oggi sono quasi dimenticate: dalla “beffa di Parenzo” – che ridicolizzò le difese asburgiche – al soccorso ai terremotati d’Abruzzo del 1915 – in una missione umanitaria ante litteram – fino a cospirare a fianco degli insorti albanesi contro l’impero ottomano – in conformità al principio mazziniano dell’indipendenza di tutti i popoli. Il libro, che Romano ha scritto col figlio Francesco, vuole ripercorrere.
Noi lo abbiamo incontrato al porto turistico Marina di San Pietro, dopo che aveva fatto tappa all’Istituto Nautico per Geometri “U.Tiberio”, dove ha trovato una platea attentissima e interessata alle sue parole, mentre al porto turistico ha parlato del nonno e del libro ad alcuni ragazzi di una scuola che oggi assieme ad altri studenti, circa 370, che si stavano per imbarcare sulla motonave Isola di Capraia per le Isole Tremiti dove s’incontreranno con autori di libri per ragazzi.
Con L’Ammiraglio Romano Sauro accompagnato da due marinai della capitaneria di porto e il Comandante in seconda Francesco Cillo abbiamo avuto un incontro prima di essere ospitato nei locali della Capitaneria di porto, per parlare del suo nome importante e della sua iniziativa in giro per le scuole d’Italia del suo circumnavigare lo stivale per concludere il tutto a Trieste non a caso, solo che ora per qualche tempo l’ammiraglio dovrà fare a meno dalla “Gagliola III” perché rimarrà nei cantieri Marinucci per riparare l’albero rotto e domani per Vasto ripartirà via terra.