La memoria di Nazario Sauro

Le istituzioni, le Forze armate, Comuni, Compagnie di navigazione, associazioni e circoli nautici e mercantili, scuole e altri enti ancora hanno intitolato a Nazario Sauro una nave, una caserma, un circolo, una scuola, una piazza, una via o un lungomare. Tra le vie più belle, in primis, l’incantevole lungomare Nazario Sauro a Bari e quello di Pesaro; e poi via Nazario Sauro a Napoli; piazza Nazario Sauro a Macerata; riva Nazario Sauro a Trieste; campo Nazario Sauro a Venezia; Diga e passeggiata Nazario Sauro a Grado; via lungomare Nazario Sauro a Minturno-Scauri (la più lunga d’Italia coi suoi quasi 3000 metri); via Nazario Sauro a Genzano di Roma; l’elegante via Nazario Sauro a Parma; il ponte riva Nazario Sauro che unisce l’isola antica dell’Ortigia a Siracusa; solo per citarne qualcuna tra quelle che conosco (c’è anche qualche Comune che ha voluto togliere l’intitolazione di una propria via a Sauro, come è capitato poco tempo fa a Corato BA). Lapidi, targhe, busti e monumenti lo ricordano in varie parti d’Italia (non così in Istria dove per ora è caduto nella damnatio memoriae). Questo elenco, certamente non completo, ne vuole fare una stima.

UNITÀ NAVALI E AEREE.

Le unità navali ed aeree che portarono il nome di Sauro furono una ventina, di cui le più importanti furono le seguenti.

Cannoniera Capitano Sauro, ex Timavo, legata a una missione dell’eroe che lo dissequestrò agli austriaci; continuò a operare con il suo nome durante il primo conflitto mondiale per conto della Regia Marina; entrò a Durazzo nel quadro delle occupazioni adriatiche operate dalla Marina al termine della guerra.

  • Velivolo Sauro, donato dai fuoriusciti adriatici a Gabriele D’Annunzio a Venezia il 15 settembre 1918; operò durante il primo conflitto mondiale inquadrato nella Squadriglia San Marco, di cui era comandante D’Annunzio.

 

  • Piroscafo Nazario Sauro, ex San Giusto, 109 tonn. della Compagnia di navigazione capodistriana.
  • Piroscafo Nazario Sauro, della Società italo-americana del petrolio di Livorno.
  • Unità da carico Sauro, 7000 tonn., varata l’11 ottobre 1947 per la Compagnia Navigazione Libera Giuliana di Venezia.
  • Goletta Nazario Sauro dell’imprenditore spezzino Armando Vasi.

 

  • Sommergibile S518 Nazario Sauro, varato a Monfalcone ed entrato in servizio nella Marina Militare nel 1976 (madrina del varo fu Albania, ultimogenita di Sauro; presente in rada il dragamine Palma al comando del tenente di vascello Dalmazio Sauro, nipote dell’eroe). La bandiera di combattimento fu offerta dal Gruppo A.N.M.I. Capitano Nazario Sauro di Fasano (Brindisi) con una toccante cerimonia a Taranto il 13 marzo 1880 presente anche la Medaglia d’Oro al V.M. Giorgio Cobolli, cieco di guerra. Motto: «Per undas ad victoriam» (fra le onde alla vittoria).

 

 

  • Transatlantico Nazario Sauro, 8340 tonn., 136 metri di lunghezza, 16 di larghezza, entrato in servizio nel 1924 come nave passeggeri e immigrati per conto della Compagnia Transatlantica Italiana di Genova (madrina al varo avvenuto a Sestri Levante il 14 maggio 1921, Anita figlia di Nazario Sauro); poteva trasportare 80 passeggeri in prima classe, 1.132 emigranti e 197 ufficiali ed equipaggio.

 

  • Cacciatorpediniere SU Nazario Sauro, 1200 tonn., varato a Genova ed entrato in servizio nella Regia Marina nel 1926 (madrina alla consegna della bandiera di   combattimento Anita, maestra elementare, figlia di Nazario Sauro). Motto: «Constanter et audacter usque ad metam» (con costanza e audacia fino alla meta).

 

 

 

 

 

MONUMENTI.

Capodistria, la costruzione di un monumento fu proposta per la prima volta già nel 1918 da parte di un Comitato capodistriano di cui vi facevano parte il capitano Biagio Cobòl (presidente), l’avvocato Stefano Derin (vicepresidente), il professor Giovanni Quarantotto (segretario), l’ammiraglio Carlo Percolt (vicesegretario) e il farmacista Ghino Favento (cassiere): «Il Comitato promotore propone l’erezione di un monumento in questa città che lo vide nascere, ne temprò la fiera anima garibaldina e ora di lui si vanta come d’una delle sue glorie più veramente e più durevolmente grandi»1.

La posa della prima pietra avvenne il 10 agosto 1926 alla presenza del Ministro Giuriati e per tutta la notte, in segno di gioia, la città di Capodistria rimase illuminata. Il monumento, opera dello scultore Attilio Selva e dell’architetto Enrico Del Debbio, fu inaugurato il 9 giugno 1935, presente il Re Vittorio Emanuele III (alla fonda, unità della Regia Marina tra cui l’incrociatore Alberico da Barbiano e il Dardanelli, al comando del primogenito di Sauro, Nino). Nell’occasione, e in onore del Sovrano, il Club Canottieri Libertas organizzò una coreografia di barche con una partecipazione imponente: ben 148 imbarcazioni (tra cui 55 lance a remi, con a bordo 288 vogatori e 93 a vela con 400 uomini), in rappresentanza di 21 Società nautiche, si concentrarono nei pressi del monumento, facendo da corridoio al motoscafo del Re che si attraccò al molo 2. Mentre a terra ha luogo il raduno motociclistico nazionale “Stella del Mare”.

Il complesso monumentale – el Monumento come lo chiamavano i capodistriani – raffigurava un sottomarino emergente dalle acque; dalla torretta si alzava una colonna sovrastata dalla Vittoria alata (intitolata «Gloria Marinara», era stata fusa in una fonderia di Napoli), a simboleggiare l’Istria liberata; sotto la torretta, da un lato, rivolto verso il mare aperto, il cosiddetto «Ardito nocchiero»: bronzea figura di Nazario Sauro avvolto in un mantello cerato 3 appoggiato a un grande timone; dall’altro lato, verso terra, le due figure bronzee della madre e del figlio nel momento del confronto. Il lavoro di montaggio fu curato dall’ingegnere del Comune Giovanni Majer ed ebbe termine il 15 aprile 1935. Il 22 maggio 1944 le autorità militari tedesche di stanza a Trieste smontarono le statue bronzee del monumento (accampando motivi di guerra), in seguito distrutte mediante fusione: la «Gloria Marinara» nel 1947 e le altre (l’«Ardito nocchiero», la «Madre» e l’«Eroe»)nel 1952, al termine di una manifestazione anti-italiana.

Trieste, opera di Tristano Alberti, inaugurato il 10 agosto 1966, presso la ex Stazione marittima in piazzale Marinai d’Italia; riporta scolpito sul basamento in pietra «Nazario Sauro figlio dell’Istria Eroe d’Italia». È stato sottoposto a importanti lavori di restauro nel corso del 2016 (in loco).

Marina di Ravenna (Porto Corsini), il busto è opera dello scultore faetino Ercole Drei, donato nel 1921 dagli ex-combattenti della Sezione A.N.C. di Ravenna e, dopo alcune vicissitudini (fu rinvenuto casualmente nel 2002 nel Canale Corsini), ricollocato presso il Porto Mercantile in prossimità della curva del canale Candiano, di fronte alla caserma della Guardia di Finanza, l’11 settembre 2006 per volere dell’Associazione marinai d’Italia, gruppo di Ravenna, e per interessamento del Presidente dell’Autorità portuale di Ravenna Giuseppe Parrello. La base in marmo, copia della stele originale anch’essa rinvenuta nel canale, riporta i nomi dei sommergibili italiani che fecero base o partirono da Porto Corsini (ora Marina di Ravenna) per azioni di guerra nel conflitto 1915-1918 (in loco).

La Spezia, basamento marmoreo «A Nazario Sauro / ai morti del mare» posto dalla Lega Navale Italiana nel 1925 nei giardini pubblici lungo viale Italia; il 10 giugno 1982 è stato aggiunto un medaglione bronzeo con l’effige di Nazario Sauro (in loco); dal dopoguerra il complesso è mutilato della statua in bronzo che lo sormontava, di cui si sono perse le tracce.
San Giorgio di Nogaro UD in via Nazario Sauro, grande cippo in pietra bianca forgiato a mo’ di timone (a pala) di nave; su un lato della struttura è riportato lo stemma dei sommergibilisti; ai piedi un’ancora in metallo; sul bordo anteriore del timone è riportato a grandi lettere la scritta “N. SAURO”, Fu inaugurato il 14 agosto 1938 dal Gruppo Marinai d’Italia locale; in rada era presente la torpediniera Lupo (in loco).

Venezia, Ca’ Loredan – Ca’ Farsetti, sede del Municipio, epigrafe posta nel 1954, unitamente alla pietra d’Istria già a Pola, Cimitero di Marina, nel luogo ove Sauro era sepolto fino al 1947, e alla colonna romana che era nel luogo dell’esecuzione e ancor prima nell’Arena di Pola. Questi cimeli erano arrivati a Venezia il 1° marzo 1947, da Pola, trasportati dal motoveliero Cristoforo Colombo. Nell’epigrafe si legge: «Queste reliquie del martirio di Nazario Sauro qui fuggiasche da Pola affidano gli esuli giuliani e dalmati alla materna pietà di Venezia perché siano serbate al dì del ritorno. Febbraio 1947 – Agosto 1954». In occasione del loro collocamento nell’atrio del palazzo Municipale, il 17 ottobre 1954 con una cerimonia solenne, Bruno Crevato-Selvaggi, amico di Nazario Sauro, tenne un’appassionata e commovente orazione che iniziava: «Ci travolge un’onda di tristezza davanti a queste pietre che furono segnacolo di eroismo e di olocausto dove il Cantore Divino vaticinò in tempi oscuri e remoti una inviolabile unità nazionale. È tristezza che sale dai precordi e rimane in noi come i silenzi desolati che ci lasciammo dietro quando un giorno di suprema angoscia seguimmo sulla via marina l’ultima insegna della Patria per un’immeritata umiliazione».

BUSTI.

Ancona, opera in marmo datata 1929 dello scultore anconetano Filandro Castellani; fu trovato casualmente nel 2015 in uno scantinato della Prefettura ed esposto per la prima volta presso la Polveriera Castelfidardo, Parco del Cardeto dal 23 maggio 2015 al 22 maggio 2016 in occasione della mostra su «Ancona nella Grande Guerra».

Firenze, busto in rame bronzeo, opera di Zulimo Rossellini, posto in piazza Nazario Sauro all’angolo con il lungarno Soderini. Il busto andò distrutto nell’agosto del 1944 a seguito dell’esplosione di alcune mine sul contiguo ponte della Carraia poste dall’Esercito tedesco in ritirata (foto a pagina seguente).

Fiume, opera dello scultore toscano Zulimo Rossellini, inaugurato nel giugno 1924 (asportato dopo il secondo conflitto mondiale).

Livorno, nel viale dei pini dell’Accademia Navale, opera di Leonardo Bistolfi, inaugurato il 14 marzo 1919 (in loco).

Livorno, opera in marmo posta nello studio nr. 4 – intitolato a Nazario Sauro – usato dagli allievi ufficiali dell’Accademia Navale (in loco).

Milano, opera dello scultore Remo Riva, conservato al Museo del Castello Sforzesco, con cui Riva vinse un concorso indetto dalla Regina d’Italia (in loco?).

Milano, opera dello scultore triestino Antonio Camaur, esposto per la prima volta presso il Conservatorio Giuseppe Verdi il 10 agosto 1918 per le commemorazioni nel secondo anniversario del martirio di Sauro; l’on. Ubaldo Comandini (cesenate, già sindaco di Cesena) tenne l’orazione La fede mazziniana e garibaldina di Nazario Sauro (non è nota la fine di quel busto).

Muggia TS, busto in gesso presso la scuola elementare Nazario Sauro, opera dello scultore Romano Zumin, inaugurato il 16 giugno 1962 (in loco).

Parma, nel Palazzo della direzione centrale della Cassa di Risparmio, opera dello scultore parmigiano Giuseppe Macchiavello, inaugurato il 5 agosto 1917. Riporta inciso sul basamento in marmo: «A Nazario Sauro. Fu l’Istria culla di austriaca morte e tomba di italica eternità» (non più esposto ma rimasto in proprietà alla CariParma).

Roma, all’interno del Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano, opera di Cleto Tomba (in loco).

Roma, al Pincio tra il viale delle Magnolie e piazzale Martiri, inaugurato il 18 agosto 1918 alla presenza del Sindaco principe Colonna, del Ministro della marina amm. Alberto del Bono e del Sottosegretario di stato on. Piero Foscari. Opera del triestino Giovanni Mayer (in loco).

Trento, al Banco Trento e Bolzano, opera dello scultore triestino Erardo Fozzer. Rappresenta l’ultimo incontro tra Nazario Sauro con la madre durante il processo; inaugurato il 13 febbraio 1959 (in loco?).

Trieste, ex Convitto Nazionale Nazario Sauro, opera di Attilio Selva, dismesso. Attualmente il busto, assieme a una copia della lapide che si trovava nella casa natale di Sauro, restaurati da Tullio Pizziga e Luciano Grio e di proprietà della Fameia Capodistriana, sono conservati nella sede dell’Unione degli Istriani in attesa di destinazione.

Trieste, nella sede sociale del Circolo Marina Mercantile Nazario Sauro, busto in gesso di Nazario Sauro, opera di Giovanni Mancini (in loco).

Trieste, presso il museo dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriana (IRCI), opera in gesso dello scultore Teodoro Russo (già nella scuola elementare di Capodistria).

In diverse scuole pubbliche che portano il nome di Sauro è presente un busto (a Roma, Trieste, ecc).

LAPIDI, TARGHE E CIPPI COMMEMORATIVI.

Ancona, in banchina Sauro, lapide marmorea opera dello scultore Filandro Castellani; installata il 31 luglio 1932 in occasione della «Giornata commemorativa in onore di Nazario Sauro», venne distrutta dalla guerra, poi ricostruita e ricollocata sul muro esterno della Capitaneria di Porto dal Gruppo Nazario Sauro dell’ANMI di Ancona. Il testo recita: «A Nazario Sauro / Navarca – Soldato – Martire / Dei marinai italiani gloria imperitura / Qui dove sovente approdava / La sezione anconetana dell’Unione Marinara / Lo vuole ricordato sulle sponde adriatiche / Esempio e monito» (in loco).

Arezzo, 1916, lapide marmorea voluta dal Comitato popolare (in loco?).

Avezzano, lapide nel Municipio in piazza della Repubblica, disegno dell’architetto Luigi Gallo, inaugurata l’8 febbraio 1931 in ricordo dei soccorsi portati da Sauro per il terremoto della Marsica del 1915 (in loco).

Bogliasco GE, epigrafe in piazza XXVI aprile, il cui scoprimento avvenne il 4 novembre 1925 (in loco).

Capodistria, cippo ai piedi della torretta del sommergibile Pullino nell’atrio del liceo ginnasio: «La torretta del “Pullino” alla gioventù studiosa del regio Liceo Ginnasio “Carlo Combi” ricordi il martirio di Nazario Sauro ravvivi la fede nell’Italia – 9 giugno 1935» (asportato e distrutto dopo la seconda guerra mondiale).

Capodistria, lapide sulla casa natale di Sauro nel quartiere dei pescatori a Bossedraga, posta il 10 agosto 1919 e rimossa e distrutta il 2 aprile 1952, insieme al leone alato di San Marco e ad una corona di bronzo.

Capodistria, lapide posta il 24 maggio 1922 nel chiostro del Civico ginnasio giustinopolitano (dal 1919 Liceo ginnasio Carlo Combi) a ricordo degli studenti del liceo che caddero per la Patria nella prima guerra mondiale; tra questi vi era ricordato anche Nazario Sauro con Egidio Greco e Vico Predonzani. La lapide venne distrutta dagli jugoslavi dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Capodistria, epigrafe di marmo nella casa natale di Nazario Sauro; riportava: «In questa camera addì 20 settembre 1880 Anna Sauro Depangher dava alla luce Nazario Sauro» (asportata dopo il secondo conflitto mondiale).

Capodistria, epigrafe marmorea posta dal Comune il 3 aprile 1921 sulla facciata del Municipio in memoria degli irredentisti capodistriani caduti nella Grande Guerra; «A Nazario Sauro, Giorgio Baseggio, Mario Bratti, Umberto Bullo, Angelo Della Santa, Pio Riego Gambini, Ernesto Giovannini, Ernesto Gramaticopulo, Antonio Parovel, Vico Predonzani, Eugenio Rota, Virgilio Sansone, Raimondo Spangaro / Morti da eroi per ridarci libera vita» (asportata e fatta a pezzi dopo il secondo conflitto mondiale).

Chicago, Illinois USA, epigrafe che ricorda Nazario Sauro con Guglielmo Oberdan e Cesare Battisti, posta nel parco pubblico PARK su una piramide in pietra sormontata da una stella di bronzo dorato dalla Società del Tiro a segno nazionale italiano, sezione di Chicago, nel 1917, su proposta di Attilio Urbano Bastiani (in loco?).

Firenze, targa in bronzo posta su una delle quattro facce del basamento in pietra lavica dell’obelisco dedicato ai Caduti delle tre Guerre d’Indipendenza, ove con Nazario Sauro, sono ricordati anche Guglielmo Oberdan e Cesare Battisti; la stele, che non piacque ai fiorentini che la definirono subito “la voglia dell’obelisco”, si trova in piazza dell’Unità Italiana nel quartiere di Santa Maria Novella (in loco).

Genova, lapide nel palazzo San Giorgio in piazza Caricamento sede del Consorzio autonomo del Porto, posta il 10 dicembre 1916 riporta: «Nazario Sauro / per la redenzione e la grandezza d’Italia / ebbe / sull’Adriatico mare / tutte le audacie / serbò / sul patibolo dell’Asburgo / la fidente serenità del Martire / il popolo di Genova / qui / dove vivono fulgide tradizioni / di glorie marinare / consacra / a proponimento ed auspicio / X Dicembre MCMXVI» (in loco).

Grado, lapide di marmo posta nella casa dell’Opera Nazionale Balilla (oggi Auditorium Biagio Marin); riporta: «A Nazario Sauro / perché la gioventù/ di Grado / cresca devota / a Dio e alla Patria» (in loco).

Isola della Galiola, targa in bronzo, opera dello scultore Oreste Zampieri, inaugurata il 31 luglio 1923 alla presenza di circa 2 mila persone, riporta l’iscrizione: «Galiola XXX luglio MCMXVI / XXXI luglio MCMXXIII / Questo mare da Nazario Sauro sessanta volte a gloria sua e dell’Italia percorso / infida secca della Galiola / tu lo tradisti all’Austria insanamente assetata del sangue dei nostri martiri / al Martire devoti posano Lussin e Cherso e gli Italiani tutti /ad espiazione di lor non colpa / MCMXXIII». Nell’occasione lo scrittore e giornalista, amico e compagno di ginnasio di Nazario Sauro, Giovanni Quarantotto, gli dedicò l’inno: Sta sopra l’Adria Sauro a vegliar – da Porto Buso fino al Quarnar (asportata dopo il secondo conflitto mondiale, probabilmente giace nei pressi in fondo al mare).

Marina di Carrara MS, via Sauro, targa marmorea inaugurata il 5 aprile 1959 (in loco).

Marina di Ravenna (Porto Corsini) presso la sede dell’Associazione marinai d’Italia, gruppo di Ravenna, stele in marmo che servì da basamento al busto di Nazario Sauro andato distrutto dal crollo della torre Farea fatta saltare dalle truppe tedesche in ritirata nell’agosto 1944. Il busto e il basamento furono rinvenuti nel 2002 durante i lavori di scavo nel canale di Porto Corsini.

Milano, targa di marmo posta nel 1926 presso il liceo Berchet (non nota la fine della targa che si trovava in una imprecisata aula dell’istituto).

Parenzo, targa in ricordo della beffa del 12 giugno 1916 compiuta da Nazario Sauro con lo Zeffiro al comando di Costanzo Ciano (asportata e gettata in mare, fu ritrovata dal subacqueo Dino Sala sul fondale del Canale di Leme nel 1973 e riposizionata presso il Gruppo A.N.M.I. di Gorgonzola).

Pirano, targa bronzea posta il 1° giugno 1924 sul molo ove attraccò durante la guerra Nazario Sauro con la torpediniera 19OS; riportava inciso: « Nel fragore delle granate nemiche / la notte del 24 giugno 1916 / qui accostò con la torpediniera 19OS / Nazario Sauro / a confortare con l’eroico ardimento / le speranze del prossimo riscatto / Pirano libera / ricorda e tramanda ai posteri».

Pola, presso il luogo dell’esecuzione, opera dello scultore Vito Pardo, un’austera architettura di bronzo, che ricorda la sofferenza della madre, racchiudeva la scritta dettata da Sem Benelli: «La Lega Navale Italiana / proclama un sacro tempio / questo pauroso luogo / dove il martirio orrendo / di Nazario Sauro / spezzò le catene / alla gloria italiana sul mare». Fu inaugurato a cura della Lega Navale Italiana il 13 luglio 1919 (durante il 1° congresso nazionale della Lega navale) e nel 1947 venne trasferito a Venezia presso la piccola darsena dell’Arsenale.

Pola, nel luogo ove fu giustiziato Nazario Sauro si trovava fino al 1947 un bassorilievo bronzeo, che ricordava il confronto con la madre, opera dello scultore capodistriano Oreste Totto (asportato e distrutto).

Pola, al cimitero di Marina, cippo posto nel luogo ove era seppellito Sauro fino a febbraio 1947. La pietra votiva è la stessa che la Marina pose sulla tomba provvisoria costruita, dopo l’occupazione di Pola, nel luogo ove Sauro era stato sommariamente sepolto dagli austriaci subito dopo il supplizio; riporta: «Nazario Sauro / capodistriano / impiccato / reo di aver combattuto per la Patria» (in loco).

Roma, lapide di marmo con la lettera che Nazario Sauro scrisse al figlio primogenito Nino, conservata nel Museo Centrale del Risorgimento di Roma al Vittoriano nella sala dedicata alla I guerra mondiale (in loco).

Roma, epigrafe in via dei Serpenti nel rione Monti, inaugurata il 20 settembre 1918 per ricordare i soccorsi portati da Sauro ai terremotati della Marsica e la sosta di qualche giorno che il gruppo degli irredenti, guidati da Piero Almerigogna e Pio Riego Gambini, fece a Roma dopo essere stato ad Avezzano. Il testo fu dettato dal senatore Rodolfo Lanciani. Restaurata nel maggio-giugno 2011 (in loco).

Roma, targa alla scuola Manzoni – ove è stata intitolata a Nazario Sauro anche un’aula – inaugurata il 19 maggio 1958, presente uno dei figli di Sauro, il secondogenito Libero (in loco?).

Rovigo, lapide sulla torre civica, sotto i portici della loggia comunale di piazza Vittorio Emanuele II; opera del 1952 del rodigino Virgilio Milani (in loco).

San Giorgio di Nogaro UD, frazione Porto Nogaro, targa posta il 19 marzo 1970 nell’Osteria alla Marittima; recita(va?): «Qui sorgeva fin dal 1900 la trattoria al Marinaio di Leopoldo Chiaruttini frequentata dai marinai sangiorgini e dall’eroe capodistriano Nazario Sauro». Attualmente, l’osteria è gestita da Laura che recentemente ha ricordato sulle pagine di «San Giorgio di Nogaro. Una guida per emozioni» le visite di Sauro all’osteria: «Qui veniva Nazario Sauro, famoso irredentista e militare italiano, tenente di vascello della Regia Marina, che quando c’era luna piena arrivava con la sua barchetta dal fiume, entrava e si andava a rifugiare in una piccola stanza sul retro per non essere disturbato».

Sarzana, epigrafe in piazza Battisti, inaugurata il 3 giugno 1917; nella stessa è ricordato anche Cesare Battisti (in loco).

Siracusa, lapide marmorea situata sul muraglione della Marina, ricorda con Sauro anche Cesare Battisti e Fabio Filzi (in loco).

La Spezia, lapide marmorea posta all’interno della nuova caserma sommergibili intitolata al sommergibile Scirè all’interno dell’Arsenale, posta alla fine degli anni ’90 (precedentemente nella ex veleria); ricorda il sommergibile Pullino, lo scoglio della Galiola e Nazario Sauro «Fatto prigioniero / è impiccato a Pola / il 10.08.1916».

Trieste, cippo nel parco della Rimembranza sul colle di San Giusto, offerto dall’Unione degli Istriani; inaugurato il 10 agosto 1961, riporta: «A Nazario Sauro / sofferse il patibolo / invocando l’Italia» (in loco).

Trieste, cippo in piazzale San Giusto dedicato a 12 volontari decorati di medaglia d’oro al valor militare nativi di Trieste, Istria, Fiume e Dalmazia: Guido Brunner, Guido Corsi, Fabio Filzi, Ugo Pizzarello, Ugo Polonio, Francesco Rismondo, Nazario Sauro, Guido Slataper, Carlo Stuparich, Giani Stuparich, Giacomo Venezian, Spiro Tipaldo Xydias. Il cippo, inaugurato il 15 marzo 2009, è stato donato al Comune di Trieste dalla Federazione Grigioverde (in loco).

Venezia, epigrafe in campo Nazario Sauro con medaglione bronzeo e stemmi di Capodistria e di Venezia, posti il 22 marzo 1922: «Nell’onda che viene dall’aurora / palpito all’Istria redenta / Nazario Sauro tu sei / Venezia ti accoglie / rapisce il tuo spirito eroico / lo trasmette all’Italia» (in loco).

Venezia, targa nel caffè bar Vittoria, nel luogo ove erano soliti riunirsi con Sauro gli irredenti veneziani; l’epigrafe fu dettata da Giovanni Giuriati; recitava: «I propositi / qui palpitando maturati / nella trincea / sulla forca / gagliardamente mantennero / XXIV – IV – MCMXXII. Venezia»; segue il niome di 18 volontari, tra cui Nazario Sauro, Vico Predonzani e Pio Riego Gambini (il bar non esiste più e della lapide non si sa che fine abbia fatto).

Venezia, caffè Quadri. Targa di bronzo posta il 10 agosto 1920 nel salottino settecentesco che ricorda Sauro e gli irredentisti che si incontravano nei mesi immediatamente precedenti l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, opera di Enrico Munaretti (in loco).

Venezia, nella piccola darsena dell’Arsenale, targa bronzea, già murata presso il patibolo a Pola e trasportata a Venezia nel 1947, opera dello scultore Vito Pardo, con testo di Sem Benelli, nei pressi si scorge anche un tripode che sostiene un braciere di bronzo che si trovava presso la tomba di Sauro a Pola (in loco).

Venezia, sulla facciata esterna della chiesa di Santa Maria del Giglio (vulgo Santa Maria Zobenigo) nella zona in cui abitò Nazario Sauro con la sua famiglia; la lapide con i nomi dei parrocchiani morti nella Grande Guerra riporta anche il nome di Sauro.

Sul ponte di comando del piroscafo Nazario Sauro (ex San Giusto) era custodita una targa bronzea il cui testo recitava: «Questo piroscafo comandato dall’eroico capitano Nazario Sauro a redenzione avvenuta ebbe tramutato in quello di lui il primo nome di San Giusto. Dicembre del 1918».

Sul fumaiolo poppiero della torpediniera 4PN fu installata una targa che riportava: «In memoria / del Capitano Nazario Sauro di Capodistria / imbarcato su questa silurante / dal 9 gennaio al 29 luglio 1916 / fatto prigioniero il 31 luglio / subì eroicamente il martirio a Pola / il 10 agosto 1916».

A marzo del 1982, la Fameia Capodistriana ha donato una targa d’argento al Comandante del sommergibile Nazario Sauro.

 CASERME, CIRCOLI, ASSOCIAZIONI, PORTI ED ALTRO4.

Associazione Nazionale Marinai d’Italia gruppo Nazario Sauro di Ancona, Fasano, Treviso, Toronto (Canada) e Wollongong (Australia).

Banchina Nazario Sauro ad Ancona (funzionante).

Banchina Nazario Sauro nell’Arsenale di Taranto, qui usato per l’attracco dei sommergibili (operativa).

Biblioteca comunale Nazario Sauro a Comeglians UD, inaugurata nel 1917.

Casa del (lavoratore) Portuale Nazario Sauro a Bari, sede dei Camalli baresi, progettata nel 1939 dall’architetto Pietro Maria Favia, si trova sul lungomare Imperatore Augusto (oggi sede dell’Autorità Portuale del Levante).

Caserma Nazario Sauro, a Pola (ex Caserma Imperatore Francesco Giuseppe), in funzione dal 1918 al 1946. Sul frontale dell’edificio militare vi era posta una bellissima meridiana di marmo, che segnava l’Hora Iustitiae, opera del capitano d’Albertis, su cui era inciso: «A te Nazario Sauro onore e gloria / La vita tua desti all’Italia in Pola / Ma il tuo spirito fremente di vittoria / Vigile ogni ora sul Quarnaro vola / Hora justitiae / Muoio contento di aver fatto il mio dovere d’italiano / X Agosto 1916».

Caserma Nazario Sauro a Roma in via Lepanto; nel 1992 è stato eretto un piccolo monumento con un’ancora e un modello del sommergibile Nazario Sauro su basamento in marmo, opera del Maresciallo (E.I.) Francesco D’Arenzo. Sul basamento è inciso: «Al Tenente di Vascello Nazario Sauro / Medaglia d’Oro al Valor Militare / D’animo intrepido e nobilissimo / Impareggiabile esempio del più puro amor di Patria» (in loco). Dall’ottobre 2007 al marzo 2008 ho prestato servizio presso questa caserma, sede del Reparto Informazioni e Sicurezza dello Stato Maggiore Difesa.

Centro Sportivo Borgo Nazario Sauro a Matelica MC, ove si praticano attività sportive di calcio, basket, pallavolo, nuoto, bocce ed è presente una piscina comunale.

Cinematografo Nazario Sauro a Pola (ex Edison), cambiò nome dal 12.11.1918 (ha cambiato nome).

Circolo Arcipesca Nazario Sauro di Livorno (esistente).

Circolo Centrale della Casa del Popolo Nazario Sauro a Ravenna, fondato nel 1919 dai repubblicani.

Circolo giovanile repubblicano Nazario Sauro di Forlì.

Circolo Marina Mercantile Nazario Sauro, a Trieste, istituito nel 1925, è un’associazione sportiva dilettantistica che promuove l’avvicinamento dei ragazzi al mondo dello sport e lo spirito di aggregazione. Nel 1975, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano lo ha insignito della Stella d’oro al merito sportivo. Ogni anno dal 2001 il Circolo organizza la regata di canottaggio e canoa Barcarola – Trofeo Nazario Sauro.

Circolo Nazario Sauro a Milano, attivo negli anni Trenta, sede di mostre d’arte e di pittura futuristica (dismesso).

Colonia elioterapica della G.I.L. Nazario Sauro a Semedella (Capodistria).

Colonia elioterapica Nazario Sauro gestita dall’E.C.A. a Palazzolo sull’Oglio BS.

Colonia fluviale elioterapica Nazario Sauro gestita dall’Opera Pia presso Campo San Martino PD, istituita il 24 marzo 1925 (chiusa nel 1952).

Cooperativa edilizia Nazario Sauro tra il personale della Marina militare e delle altre Forze Armate di abitazione a mutualità prevalente senza fini di lucro, con sede a Roma in via Nazario Sauro. È stata fondata nel 1919 ed è posta sotto il patronato e la tutela del Ministro della Difesa (operativa). Ne sono socio anch’io perché “costretto”: «Per il nome che porti» mi disse l’Ammiraglio di Squadra Nicola Pavone da anni Presidente del consiglio di amministrazione della Cooperativa e che è stato anche mio Comandante alla classe, nel 3° e 4° anno, in Accademia Navale.

Cooperativa dei pescatori Nazario Sauro, Capodistria (non più operativa dalla fine della guerra).

Cooperativa Nazario Sauro fra caricatori, scaricatori e marittimi, con sede a Marina di Carrara, istituita il 17 marzo 1922 (non più operativa).

Delta e Porto Nazario Sauro (ex Porto Baross) a Fiume. Cambiò nome già dopo la cessione, nel 1924, del quartiere portuale di Porto Baross al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

Diga Nazario Sauro a Porto Nogaro UD (è ancora lì).

Edificio Nazario Sauro inserito nel Complesso XXVIII ottobre, a Cattolica RN, meglio conosciuto con il nome di Le Navi. Concepito come Colonia marina per giovani il complesso, inaugurato da Benito Mussolini il 28 giugno 1934, fu progettato dall’architetto romano Clemente Busiri Vici (direttore dei lavori, l’ing. Enrico Benazzo, torinese). Futuristico per le sue forme, che richiamavano una flotta navale, era composto da cinque edifici battezzati Ammiraglia, Costanzo Ciano, Luigi Rizzo Gabriele, D’Annunzio e, appunto, Nazario Sauro. Ristrutturato con un importante recupero conservativo, dal 2000 il Complesso ospita l’Acquario di Cattolica.

Fascio di combattimento Nazario Sauro di Capodistria (chiuso).

Frazione Nazario Sauro nel comune di Quinto Vicentino VI.

Galleria Nazario Sauro sul monte Pasubio VI: è la numero 10 di 52 gallerie che si sviluppano lungo la cosiddetta «Strada militare delle 52 gallerie», costruita dalle truppe italiane durante la prima guerra mondiale, opera di straordinaria e ardimentosa ingegneria militare, ideata dal capitano Motti e progettata dall’ing. Zappa per consentire i rifornimenti alle truppe arroccate sul Monte Pasubio, al riparo dal nemico e dall’inverno; è lunga 6.300 metri, di cui 2.300 in galleria, e collega Bocchetta Campiglia alla sommità del Pasubio, a 1.935 metri s.l.m., presso l’attuale rifugio intitolato alla Medaglia d’oro al valor militare generale Achille Papa. Consiglio a tutti di andarci almeno una volta nella vita: nel percorrere i sentieri e la strada da cui si dipanano le 52 gallerie, si vive un pezzo importante della storia d’Italia e si provano delle emozioni indescrivibili.

Gruppo rock pordenonese Nazario e i Sauri (si è ispirato a Nazario Sauro per darsi il proprio nome nel 1994).

Molo Nazario Sauro a Rovigno (ha cambiato nome nel dopo guerra).

Polo Nazario Sauro presso l’Università degli studi della Basilicata, Potenza.

Porticciolo turistico Nazario Sauro a Livorno, costruito tra 1925 e il 1930; è detto il Moletto, e vi ha sede il Circolo Nautico Livorno (esistente).

Porto Nazario Sauro, Canale Valentini a Monfalcone GO (esistente).

Sezione sportiva podistica Nazario Sauro di Manfredonia FG, inaugurata il 10 agosto 1919.

Società Cooperativa Nazario Sauro e Compagnia Nazario Sauro che autogestiva il lavoro di carico e scarico delle navi a Bari.

Societad italiana de socorros mutuos Nazario Sauro a Cordoba (Argentina), con finalità assistenziali, culturali, linguistico-culturali e ricreative.

Società ginnastica Nazario Sauro di Napoli, 1932.

Società polisportiva torinese Nazario Sauro.

Squadra di calcio G.S. Sauro, sorta a Grosseto nel 1955. Dalla stagione 2004-2005 si è fusa con l’U.S. Ripescia, assumendo il nome di G.S. Sauroripescia (www.forzasauro.it).

Squadra di calcio Nazario Sauro 1929 di Sorrento NA, prima società calcistica della penisola costituita nel 1929 e dalle cui ceneri sorse nel 1945 il Sorrento Calcio; i colori sociali erano il rosso e il bianco.

Stadio di calcio Nazario Sauro a Porto Recanati MC, inaugurato il 4 luglio 1930 e dismesso il 5 giugno 2000 (detto «lo stadio dove batte il cuore della città»).

Torre, riportante targa col nome Nazario Sauro, nel porticciolo dei pescherecci di Bisceglie (Puglia) nel lungomare Nazario Sauro.

Villaggio agricolo di fondazione Nazario Sauro in Libia, nella Cirenaica settentrionale sull’altopiano delle Montagne verdi tra Bengasi e Derna (circa 500 metri s.l.m.). Fu inaugurato il 23 aprile 1939 dal governatore della Libia generale Italo Balbo. Il nucleo centrale era composto da municipio, chiesa, scuola, caffè, Casa del fascio; arrivò a ospitare fino a 390 coloni italiani. Dopo la guerra ha cambiato nome.

Villaggio Nazario Sauro a La Spezia (quartiere Mazzetta).

Villaggio Nazario Sauro a Grosseto (quartiere Barbanella).

Vis Sauro Nuoto di Pesaro; vinse i campionati d’Italia a squadre negli anni Cinquanta. Nel 1997 si è fusa con la Tridente Nuoto, divenendo A.S. Pesaro Nuoto.

L’agronomo Nazareno Strampelli – tra i maggiori esperti italiani di genetica, precursore della rivoluzione verde – nel 1920 battezzò Nazario Sauro una varietà primaverile di grano tenero.

Il 3 novembre 1966 l’Amministrazione postale italiana ha emesso un francobollo da 40 lire per il cinquantenario della morte di Nazario Sauro, Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi, con l’effige dei quattro Martiri.

 ARCHIVI, MUSEI E SACRARI MILITARI.

Alcuni cimeli, oggetti, scritti, fotografie e altro di Nazario Sauro e del sommergibile Pullino sono conservati da diversi istituti di conservazione.

Genova, presso il Galata Museo del Mare è ormeggiato il sommergibile S518 Nazario Sauro donato dalla Marina Militare il 26 settembre 2009, alla presenza del Capo di Stato maggiore della Marina, del Sindaco di Genova e degli eredi di Sauro. È visitabile dal 29 maggio 2010.

Ravenna, presso la Casa Matha (Schola piscatorum de civitate Ravenne, antichissima corporazione di pescatori), è conservato un salvagente anulare del sommergibile Pullino.

Redipuglia, Sacrario militare.

Roma, l’Archivio Centrale dello Stato conserva gli atti originali del Processo Nazario Sauro e un frammento di legno della forca che servì all’impiccagione.

Roma, il Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano conserva la medaglia d’oro al valor militare, le lettere che Sauro scrisse alla moglie e ai figli, un pezzo della corda con cui fu impiccato e altri documenti e cimeli che la famiglia Sauro ha donato nel 2012.

Roma, Museo Sacrario delle Bandiere.

Salò BS, Museo Storico del Nastro Azzurro.

La Spezia, Museo Tecnico Navale dell’Arsenale militare.

Torino, il Museo Nazionale del Risorgimento conserva la bussola del sommergibile Pullino, donata dalla famiglia Sauro.

Trieste, Museo del Risorgimento, sezione dedicata a Nazario Sauro.

Trieste, il civico Museo del Mare conserva un frammento della cassa che ha contenuto il corpo di Nazario Sauro.

Venezia, Museo Storico Navale della Marina Militare Italiana.

Lido di Venezia, presso il Tempio Votivo ove riposano, dal 9 marzo 1947, le ceneri di Nazario Sauro.

PRINCIPALI COMMEMORAZIONI

Roma, 25 aprile 1917, «A Nazario Sauro», discorso commemorativo pronunciato dall’on. Piero Foscari.

Milano, 3 giugno 1917, presso la Scala, orazione del senatore Salvatore Barzilai dal titolo «L’Adriatico e il suo eroe».

Roma, 17 agosto 1917, presso il Teatro Argentina, orazione «In lode di Nazario Sauro» pronunciata da Antonio Palin.

Bologna, 18 agosto 1918, commemorazione tenuta da L. Silvani.

Roma, 18 agosto 1918, presso il Pincio, discorso «Per busto Sauro» pronunciato dall’on. Piero Foscari all’inaugurazione dell’erma marmorea dedicata a Nazario Sauro.

Venezia, 15 settembre 1918, presso il Lido, orazione di Gabriele D’Annunzio in occasione della consegna del velivolo da combattimento Nazario Sauro, dono degli irredenti giuliano dalmati.

Livorno, 14 marzo 1919, presso l’Accademia Navale, discorso dell’on. Piero Foscari in occasione dello scoprimento del busto a Nazario Sauro.

Livorno, 1966, presso l’Accademia Navale, commemorazione tenuta da Ettore Cozzani agli allievi ufficiali (presenti il figlio di Nazario Sauro Comandante Libero Sauro e il nipote Aspirante Guardiamarina Dalmazio Sauro).

POESIE, MUSICHE, FILM, DOCUMENTARI E CANZONI.

La canzone di Sauro: Inno a 4 voci miste, parole di Giovanni Quarantotto, armonizzata nel 1919 dal maestro G. Ballig per l’inaugurazione del Circolo giovanile Nazario Sauro di Trieste.
Nazario Sauro, distici di Nino Previtali, Verona 29 agosto 1916.

Per Nazario Sauro, poesia di Spartaco Muratti, Roma maggio 1917.

Canzone a Nazario Sauro, poesia di Fausto Salvatori, edizione Presidenza generale della Lega navale Italiana, 1917.

Canzone dell’offerta, poesia di Morello Torrespini, Trieste 1920; è ricordato anche Cesare Battisti.

Rito marinaro in onore di Nazario Sauro organizzato in mare a Marina di Ravenna il 29 luglio 1936, con la partecipazione di caratteristiche imbarcazioni a vela e unità della Marina Militare.

La canzone di Sauro, poesia di Antonio Palin, in occasione del XX anniversario del supplizio dell’eroe, Pola 10 agosto 1936.

Davanti al monumento a Sauro, ode del colonnello Bruno Crevato-Selvaggi, Venezia 22 febbraio 1969, per l’impostazione a Trieste del sommergibile Nazario Sauro, che chiude con questa bella strofa:

Il tuo Pullino ora riemerge
in salde lamiere di coraggio
e stella tu sarai al nocchiero
che tenterà i profondi mari.

Inno partigiano repubblicano, del senatore della Repubblica, medico, poeta e militante repubblicano Aldo Spallicci, 1944. L’inno inizia con questa strofa:

I predoni alemanni e i fascisti
han sfogato il lor truce livore
e col laccio di Sauro e Battisti
hanno ucciso d’Italia il fior fiore.

Fratelli d’Italia, film patriottico a sfondo storico rievocante la figura di Nazario Sauro del regista Fausto Saraceni, 1952.

Pola 10 agosto 1916. Il processo a Nazario Sauro, sceneggiato di Anna Maria Famà, andato in onda sulla Rai TV, agosto 1962.

Lettera di un Eroe: Nazario Sauro, pezzo audio-musicale di Omero Wonka, polesano, operaio FIAT, che lo presentò con la Compagnia del folk istriano di Torino al Concorso nazionale «Premio Italia» l’11 ottobre 1970 presso la Sezione AIP Torino Film, promosso dall’Associazione Italiana Fonoamatori (AIF). Il tema della composizione, che vinse il primo premio e partecipò anche al Concorso Internazionale di Copenaghen il 24 ottobre dello stesso anno, tratta la lettera che Nazario Sauro scrisse alla moglie Nina prima di morire. Le musiche sono del maestro Luigi Donorà, la voce recitante di Dino Leonardo Benussi.

Cd-Rom storico-musicale dedicato a Nazario Sauro, presentato al Circolo Saturnia di Trieste il 10 agosto 2002 nell’86° anniversario del martirio; opera del compositore Raul Lovisoni, parole del giornalista e scrittore Ranieri Ponis (consultabile in www.arcipelagoadriatico.it).

Io, Nazario Sauro, monologo teatrale in un atto di Francesco Cevaro, prodotto dalla Compagnia della Testa rappresentato per la prima volta a Udine il 1° marzo 2014.

Canzone del Piave (o Leggenda del Piave) del maestro Ermete Giovanni Gaeta, in arte E. A. Mario, nella quarta strofa:

Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento!
Fu sacro il patto antico e tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!
Infranse al fin l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore.
Sicure l’Alpi, libere le sponde
e tacque il Piave, si placaron l’onde.
Sul patrio suol vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi né stranieri.

Oberdan, Sauro e Battisti in un disegno di Pier Franco Brandimarte

 

SCUOLE PUBBLICHE NAZARIO SAURO.

In Italia ci sono più di 40 scuole pubbliche – materne, dell’infanzia, elementari, medie o superiori – che portano il nome di Nazario Sauro.

Friuli Venezia-Giulia: Trieste (elementare e media); Gorizia (elementare); S. Giorgio di Nogaro UD (media); Monfalcone GO (materna); Muggia TS (media) (pubblica dal 2012 il giornalino mensile «La Zecca di Nazario»); Brugnera PN (elementare); Porpetto UD sede staccata di S. Giorgio di Nogaro (media); Azzano Decimo (frazione Fagnigola) PN, (elementare).

Veneto: Maerne di Martellago VE (primaria); Vittorio Veneto, località San Giacomo TV (primaria); S. Martino di Lupari, località Campagnalta PD (elementare); Lendinara, località Ramodipalo RO (primaria); Oderzo TV (elementare); Conche di Codevigo PD (primaria); Lazise VR (media); Santo Stefano di Zimella VR (elementare).

Trentino Alto-Adige: Laives BZ (infanzia).

Lombardia: Milano (infanzia ed elementare); Baranzate MI (infanzia); Brugherio MI (elementare e media); Malnate VA (media); Brescia (primaria); Lecco (elementare); Como (elementare).

Valle d’Aosta: Aosta (Circolo didattico).

Piemonte: Torino (media).

Liguria: Genova (primaria); La Spezia (Istituto tecnico nautico); Imperia, località Pontedassio (media).

Toscana: Firenze Galluzzo (primaria); Pisa (primaria); Collesalvetti LI (elementare); Carmignano, frazione Comeana PO (elementare); Pomarance, frazione Lustignano PI (primaria).

Marche: Falconara Marittima AN (elementare); Ancona (elementare), dismessa, poi sede dell’Università della Terza Età, oggi l’edificio è stato posto in vendita.

Lazio: Roma (elementare e media); Frascati RM (media), recentemente ha cambiato nome in quello dell’attore tuscolano Tino Buazzelli.

Campania: Napoli (materna ed elementare); Torre del Greco NA (Circolo didattico); Secondigliano NA (elementare).

Puglia: Matino LE (elementare); Francavilla Fontana BR (ex infanzia).

Sicilia: Palermo (Circolo didattico) (pubblica dal 2009 il notiziario mensile «Il Corriere del Sauro»); Catania (media).

Il convitto Nazario Sauro (già scuola Arti e Mestieri Nazario Sauro) di Grado GO e Trieste, dedicato ai figli dei profughi giuliano-dalmati, dei profughi della Libia e degli sfollati dalle zone colpite dal terremoto nel Friuli venne inaugurato nel 1947 a Grado; poi trasferito a Trieste tra il 1952 e il 1955, successivamente spostato nel nuovo edificio, inaugurato il 4 novembre 1968, alla presenza del Presidente della Repubblica, On. Giuseppe Saragat e del sen. Sandro Pertini. Cessate le attività nel 1980, in quanto esaurite gradatamente le esigenze per cui era nato, è oggi sede della Cineteca della Regione Friuli Venezia-Giulia.

In Istria, almeno cinque scuole portarono il nome di Nazario Sauro, di cui tre a Capodistria (Istituto Magistrale; Scuola elementare, ove vi era un sacrario, con busto, opera dello scultore Teodoro Russo; Scuola professionale marittima 5, una a Parenzo (elementare) e una quinta a Lussinpiccolo (Istituto Nautico).

E sul tema scuole, mi piace riportare queste due lettere – trovate nell’Archivio di famiglia – che scrissero due bambine molti anni fa.

Roma, 10 maggio 1958

Signor Comandante Libero Sauro,
Le sarei proprio grata se mi mandasse una lettera come l’ha mandata alle mie compagne.
Vorrei avere pure io la gioia di ricevere questa lettera. Una lettera scritta dal figlio di Nazario Sauro è per me un grande onore e mi fa ricordare quanto sia bello l’amor patrio.
Stefania Aprile.
Scuola Alessandro Manzoni, classe V A.

Scuola A. Manzoni
Basile Maria Adelaide
Roma, 20 maggio 1958
Classe V D
– Cronaca –
Ieri sono stata nella classe della maestra Cataldi (la V A) per vedere la fotografia di un grande eroe e martire d’Italia: Nazario Sauro.
La bellissima fotografia è stata portata e donata alla nostra scuola dal figliuolo dell’Eroe, di nome Libero, che purtroppo non ha conosciuto l’amore paterno, perché era ancora molto piccolo quando il suo babbo sacrificò la vita per la Patria.
Sul ritratto vi sono scritte le seguenti parole: «Agli alunni e alle alunne della classe V A della scuola Alessandro Manzoni perché imparino ad amare la Patria. Libero Sauro».
Nazario Sauro fu chiamato l’eroe del mare perché, per colpire il suo odiato nemico ed oppressore, egli, senza alcun timore per il pericolo, faceva saltare le navi austriache servendosi di un piccolo sommergibile.
Molti personaggi di valore conta il Risorgimento Italiano; Nazario Sauro è tra i più grandi.


1 Per un monumento a Nazario Sauro nella sua città natale, «L’Istria redenta», I, 14 (14 dicembre 1918).
2 Sito raid.informare.it; CLAUDIO LORETO, Nazario Sauro, Eroe d’Italia e della Canottieri Libertas», 2008; ALDO CHERINI, Capodistria sul mare. Storie di pescatori, di barche e di gente che andava in barca, 1992, supplemento a «La Sveglia»; PRIMOŽ PAVŠIČ, Koprski Veslaški Klub Libertas (Club Canottieri Libertas di Capodistria), Università di Lubiana, tesi di laurea a.a. 2010-2011.
3 Per la realizzazione delle figure bronzee Attilio Selva dovette lavorare molto a Capodistria, dove allestì un vero e proprio laboratorio. Mentre stava impostando con l’argilla la figura dell’«ardito nocchiero» (il marinaio coperto di mantello cerato), Selva vide passare davanti al suo laboratorio un vecchio marinaio con indosso un mantello che egli usava per la pesca in mare; e se lo fece prestare. Quel pescatore era il nonno di Aldo Tarlao, uno degli olimpionici di Londra 1948 del Club Canottieri Libertas, la cui famiglia, amica dei Sauro, viveva a pochi passi dalla loro casa nel quartiere dei pescatori di Bossedraga. «Il vecchio – raccontava Tarlao – fu contento di contribuire all’esecuzione dell’opera anche perché avrebbe avuto così il piacere di vedere il suo indumento immortalato nel bronzo. Non si sa per quale motivo, però, Attilio Selva si dimenticò di restituire il mantello al proprietario che probabilmente venne smarrito in mezzo ai tanti materiali e attrezzi del grande laboratorio che aveva allestito. Una delusione per il vecchio pescatore, il cui ricordo ha tramandato a figli e nipoti» (da un’intervista del capodistriano Pietro Valente ad Aldo Tarlao, Trieste, marzo 2013). Come modello della figura del nocchiero si prestò invece il marinaio Gianni Piras, sardo, imbarcato sul sommergibile Giacinto Pullino e che in seguito all’8 settembre 1943 si sarebbe arruolato a Pola nel reggimento Istria della M.D.T. agli ordini del comandante Libero Sauro, secondogenito di Nazario (ANITA DERIN, Capodistria: un mondo scomparso per sempre, Trieste, Edizioni Astra, 2002).
4 Ho tratto alcune informazioni per questo paragrafo da ENRICO BALDINI, I mille caduti e i combattenti ravennati nella Grande Guerra. Il mito di Nazario Sauro: un legame speciale con Ravenna, « La Voce di Romagna» (novembre-dicembre 2011).
5 Alla cerimonia di posa della prima pietra della Scuola Marinara Nazario Sauro, avvenuta l’11 giugno 1939, partecipò il Ministro dei lavori pubblici Giuseppe Cobolli Gigli, amico e compagno di Nazario Sauro al ginnasio e l’ammiraglio Antonio Foschini, Presidente dell’Ente nazionale per l’educazione marinara.

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